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Fra le varie nazioni estere che risiedevano a Livorno quella ebraica non era certamente la meno importante, al contrario, era però senza dubbio la più anomala, e mi spiego: Gli Inglesi, i Greci, i Turchi, gli Alemanni e tutti i sudditi ottomani erano cittadini/sudditi di una potenza straniera e poteva far capo per ogni bisogno ai propri consolati che dispensavano appoggio e protezione nei confronti del paese ospitante.

Non così per gli Ebrei che formavano sì una nazione agli occhi delle autorità toscane ma non avevano alcun appoggio diplomatico, non avevano alcun stato che li proteggesse poiché il loro era stato distrutto 1500 anni addietro.

La nazione ebrea a Livorno era cosa buona -era stato accertato- perché portava commerci e utili traffici alla città e di conseguenza anche pingui entrate per il sovrano.

In effetti gli Ebrei avevano risposto con molta cautela al Bando per il popolamento di livorno delle leggi Livornine del 1593. Si trattava solamente di verificare non solo la buona fede dei governatori e le loro capacità e volontà di garantire i privilegi accordati, dalle insidie corporative e dalle pressioni9 del papato, ma anche e soprattutto di accertare le reali possibilità divinizzare a portare avanti attività e commerci in una piazza che era appena agli inizi e nulla offriva di quei vantaggi tecnici e finanziari di quei conforta che altre città da tempo affermate potevano dare.

Furono proprio i privilegi di Ferdinando |, rivolti soprattutto agli Ebrei, che diedero una possibilità a questa comunità di insediarsi. 

Ricordiamo la bolla "CUM NIMIS ABSURDUM" di Paolo |V che imponeva a tutti gli stati cristiani di rinchiudere gli Ebrei in un ghetto.

Nella città di Livorno gli Ebrei potevano praticare liberamente il proprio culto, studiare e stampare i propri testi senza tema di venir inquietati dalla censura ecclesiastica.

Fu così che Livorno fu la prima città in Italia senza un ghetto, dove gli Ebrei potessero vivere in un quartiere aperto, praticare il proprio culto in una sinagoga, una della più grandi d'europa, fatta costruire in Via Ferdinanda.

Il miglioramento delle condizioni di vita in città e le facilitazioni  ai commerci determinarono la venuta a Livorno di altre famiglie: Nel 1633 gli Ebrei erano già 700 e  1175 nel 1642 su una popolazione totale di 10000 anime, quindi oltre il 10% . Nell'epoca Napoleonica gli Ebrei contavano fino a 5000per decrescere successivamente fino alle poche centinaia ai giorni nostri.

Il clima favorevole fece sorgere una vera industria tipografica ebraica, unica nel mediterraneo. Molti stati che non disponevano di una stamperia si rivolgevano a Livorno ; dal nord africa, a Rodi, a Smirne.

Tutti si rivolgevano a Livorno e intanto il nome faceva il giro del mediterraneo .

Stampatori Ebrei che lavoravano a pieno ritmo insieme a tipografi cristiani; gli Ottolenghi, i Costa, I Benamozegh, gli Askenazi, Falorni, Giorgi, Santini e la libreria Belforte.

La comunità Ebraica a Livorno

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